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Perché è importante sviluppare il sentire in fotografia: tecnica, visione e consapevolezza

Questo articolo ha sapore più motivazionale, che formativo. Però, questo aspetto del vivere la fotografia per me è importante. Fondamentale, ne parlo spesso durante il mio corso "Oltre le regole", perchè credo che la pratica artistica di una qualsiasi disciplina sia qualcosa che in qualche maniera coinvolga il nostro vivere in quasi ogni aspetto e ogni momento.

Sentire e fotografia: oltre la tecnica, verso l'essere

Studiare fotografia non significa solo apprendere nozioni tecniche o padroneggiare uno strumento. Significa educare uno sguardo, coltivare un'attitudine, sviluppare una sensibilità profonda. E soprattutto, significa imparare a sentire.

La tecnica è essenziale, ma da sola non basta. Le scuole, i corsi, i workshop e i percorsi da autodidatta offrono tutti strumenti preziosi. Ma ciò che distingue un'immagine tecnicamente corretta da una fotografia che parla davvero, che comunica, che lascia un segno, è qualcosa di più profondo.

Due forme di sentire

In questo percorso, il "sentire" è la chiave. E ha due dimensioni fondamentali.

a) Sentire ciò che si guarda

Guardare un'immagine non basta. Per comprenderla davvero, bisogna imparare a sentirla.

Significa lasciarsi attraversare dalle immagini degli altri — fotografie, dipinti, sculture, scene di film — e cercare di coglierne l’essenza. Non solo "mi piace" o "non mi piace", ma perché mi tocca, quali scelte ha fatto l'autore, quale linguaggio ha usato per comunicare qualcosa.

Sentire ciò che si guarda è l’atto di ricevere, di entrare in risonanza con la sensibilità dell’altro. E per farlo serve educazione visiva, che passa — all’inizio — sempre attraverso una guida autorevole: qualcuno che ci accompagni nel vedere oltre il soggetto, oltre la superficie.

Poi il percorso diventa sempre più personale:

  • allenare l’osservazione quotidiana,
  • frequentare mostre, leggere libri di immagini e di teoria,
  • analizzare il lavoro dei grandi fotografi e degli artisti contemporanei,
  • confrontarsi con ciò che si guarda, chiedendosi: cosa sento? perché? come lo ha ottenuto?.

Solo così si può interiorizzare una sensibilità visiva ampia, che diventa nutrimento per la propria.

Augusto Pieroni, nel suo libro Leggere la fotografia, sottolinea l'importanza dei contesti come chiave fondamentale per comprendere le immagini. Approfondirò questo tema in un prossimo articolo.

b) Sentire ciò che si vive

La fotografia nasce anche da un'urgenza: avere qualcosa da dire.
Per questo serve un secondo tipo di "sentire": è l'attenzione verso il mondo, l'empatia, la capacità di farsi toccare dalle cose.

Una fotografia significativa è il risultato di una tensione interiore che trova forma visiva. Ma questa tensione non nasce per caso: si costruisce vivendo, osservando, leggendo, dialogando, pensando. Anche questa è una forma di educazione.

Coltivare questo sentire significa:

  • vivere con profondità e curiosità,
  • interrogarsi su ciò che si sente e perché,
  • sviluppare pensiero critico, etica, responsabilità,
  • creare connessioni tra esperienze, emozioni e linguaggio visivo.

Significa allenarsi a dare un significato, anche personale, a ciò che ci sta intorno, in modo da poterlo raccontare.

Ma come si sviluppa il sentire?

  • Ascoltandosi, trovando il modo di connettersi il più possibile con se stessi.
  • Andando oltre il "mi piace/non mi piace" e cercando sempre il senso delle cose.
  • Vivendo esperienze con intensità, coltivando la curiosità, l’ascolto, la lentezza.
  • Non fotografando sempre compulsivamente, e in ogni momento, ma trovando lo spazio anche per sentire la propria voce, e cercare di comprenderla.
  • Leggendo, viaggiando, scrivendo, dialogando, studiando l’arte in ogni forma.
  • Attraverso la vita di altri, leggendo le loro biografie.
  • Costruendo connessioni tra ciò che si vive e ciò che siamo, e il nostro vissuto.

In conclusione: servono radici per volare

Studiare fotografia significa costruire fondamenta. Ma significa anche affinare un sentire: doppio, stratificato, complesso.

Serve qualcuno che ci insegni a guardare, e serve il tempo per imparare a sentire.
Serve la tecnica, e serve il pensiero.
Serve il rigore, e serve l'urgenza.

Solo così la fotografia può diventare linguaggio, e non solo decorazione.

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