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Ritratto low key con musicista: dietro le quinte del set

La settimana scorsa ho proposto un esercizio sul ritratto, e la foto che ho utilizzato per illustrarlo ha suscitato un certo interesse. Così ho deciso di mostrarvi il set di quello scatto: uno dei rari casi in cui mi sono ricordato di documentarlo. Ne approfitto per raccontarvi come l’ho costruito.

Un passo indietro: il soggetto

Elena è una violista, ovvero suona la viola, e desiderava una serie di ritratti professionali da utilizzare in ambito editoriale e su LinkedIn. Allo stesso tempo, però, cercava uno stile con una connotazione più artistica, in linea con la natura espressiva della sua professione.

Abbiamo optato per un fondale nero, sia per trasmettere eleganza, sia perché il colore e la lucentezza del legno della viola avrebbero risaltato al meglio in un’illuminazione di tipo low key.

Il set

Pur potendo sembrare complesso a prima vista, si tratta in realtà di un set molto semplice per un ritratto low key, con fondale nero classico.

Non amo utilizzare schemi precostituiti come il Rembrandt, il Loop o il Butterfly. Ne tengo conto, ovviamente, conosco le loro caratteristiche e ciò che li rende efficaci. Ma preferisco lasciarmi guidare dal mio sentire e dalla mia sensibilità quando costruisco l’illuminazione.

La vera sfida in questo servizio era rappresentata dalla viola: uno strumento che riflette molto e che richiede particolare attenzione affinché i riflessi risultino coerenti con l’intenzione narrativa dell’immagine.

Illuminazione

Nulla di straordinario, in realtà. Il punto di partenza è una luce alta sopra la testa: un octa da 185 cm, che uso spesso anche come fonte unica per i ritratti.

Sulla destra:

- Un octa da 105 cm con diffusore, morbida, per il viso.

- Uno strip light basso e meno intenso, per illuminare delicatamente la parte inferiore del corpo.

Sul retro a sinistra:

- Una rim light (strip con griglia) per definire il contorno della parte alta del corpo, evidenziando bene il profilo di Elena sul lato in ombra.

Accanto a Elena:

- Un grande pannello riflettente per schiarire le ombre. La distanza era tale da mantenere un buon equilibrio luminoso complessivo e dare tridimensionalità ai volumi.

Attrezzatura

Ho scattato con la mia Fujifilm X-H2 e il fidato Fujinon 16-55mm f/2.8, impostato a f/5.6.

Nota importante, ma per nulla tecnica: con Elena, dopo una breve fase iniziale di riscaldamento, si è creata subito una sintonia profonda, una comunanza di visione e di sensibilità. È anche (anzi, soprattutto) per questo che gli scatti sono nati con naturalezza e spontaneità. Ed è questa, credo, la ragione principale dell’ottimo risultato finale.

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