logo

Una foto perfetta: Marcin Ryczek e l’arte della narrazione

Una foto epica costruita con precisione: Marcin Ryczek e l’arte della narrazione visiva

Un’immagine che apre ogni corso

Questa è una delle fotografie con cui più spesso inizio i miei corsi.
Non solo perché è visivamente potente, grafica, equilibrata, ricca di spunti compositivi, ma soprattutto perché mi permette di parlare con gli studenti di narrazione visiva, di significato e di costruzione intenzionale dell’immagine.

La descrizione dell’autore

Così la descrive lo stesso Ryczek nel suo sito:

A Man Feeding Swans in the Snow – The photograph was taken in Cracow, from the Grunwald Bridge. The nature-created contrast of white snow and dark water, the two separated by a straight line of the waterfront, serves as a reflection of the Yin Yang symbol of opposing, yet complementary forces.
The dark silhouette of a man against the light background, and the white swans on dark water which are surrounded by a ring of black ducks complement the photograph, enabling numerous interpretations of it. This simple, powerful frame infused with universal symbolism is legible to many different, often diverse cultures.”

Cosa vedono gli studenti

Quando chiedo agli studenti cosa vedono in questa foto, le risposte più comuni sono:

  • contrasti (e ce ne sono molti),

  • simmetrie,

  • l’idea dello Yin e Yang.

Quasi mai però viene notato ciò che, secondo me, è la vera forza narrativa di questa immagine.
Quello che la rende non solo bella, ma potente, universale, quasi epica.

Composizione e narrazione: l’epica di una scelta visiva

Come Ryczek stesso racconta, la foto nasce da una riflessione su forze opposte ma complementari, come lo Yin e lo Yang.
Ma è il modo in cui questa idea viene tradotta visivamente ad avere – almeno per me – qualcosa di straordinario.

Tutti i contrasti – bianco e nero, umano e animale, tanti e pochi, pieno e vuotonon esisterebbero con tale forza se non ci fosse una costruzione rigorosa dello spazio visivo.

La composizione si basa su una simmetria perfetta, che divide l’immagine in due metà equivalenti: due mondi distinti, ma speculari nella loro estensione.

È proprio questa simmetria – questa scelta precisa e consapevole – a trasformare una scena quotidiana in una narrazione epica.

Paradossalmente, lo spazio bianco e vuoto a sinistra, da un punto di vista descrittivo, non aggiunge nulla alla narrazione “a man feeding swans in the snow”.
Eppure è quello spazio, quella particolare costruzione, a rendere l’immagine significante, come direbbe Cartier-Bresson.

La composizione in due spazi della stessa dimensione costringe il nostro cervello a confrontare due entità perfettamente bilanciate: lo spazio dell’uomo e quello degli animali. Due parti nettamente separate, ma allo stesso tempo unite nella forma e nella dimensione.

In questo confronto, i contrasti esplodono (come al palato i sapori di un piatto ben preparato e costruito), si rivelano, si amplificano.
Ed è lì che la fotografia inizia a raccontare qualcosa che va oltre ciò che mostra.

Il gesto, il centro, il momento: la forza del momento decisivo

Ma c’è ancora di più.
La forza narrativa della foto non deriva solo dalla costruzione dell'inquadratura, ma anche dalla scelta del momento preciso in cui scattare.

Il gesto dell’uomo – semplice, quotidiano – è posizionato esattamente al centro della scena.
E in quel gesto si concentra tutto:

  • il contatto tra due mondi (umano e animale, tanti vs uno),

  • il ponte narrativo tra due universi opposti.

E non è un contatto sterile.
È un gesto che porta beneficio, che parla di relazione, di cura, di asimmetria tra uno e molti, che spezza una divisione, e forse un contrasto, ma sempre all’interno di una struttura che li rende pari, visivamente equivalenti.

Questa scelta – collocare il momento nel punto esatto in cui tutto si bilancia – trasforma una fotografia ben composta in una narrazione potente, commovente, universale.

Una lezione che vale sempre

In ogni corso, torno a questa immagine.
Perché ci ricorda che non esiste narrazione senza conoscenza del linguaggio. (se avessimo dovuto seguire le "famose" regole, non avremmo messo il soggetto al centro, avremmo usato i terzi...)
Che l’intensità nasce dall'uso che si fa di questo linguaggio.
E che la forza di una fotografia non sta solo in ciò che mostra, ma spesso in come lo mostra.

Comments are closed.