
Ritratto di Antonio Dei Rossi – Artista della Murrina Veneziana e del Vetro e Moderno Dio del Fuoco
Ci sono incontri che accendono immediatamente l’immaginazione. Antonio Dei Rossi è uno di questi: artista straordinario, maestro vetraio e, soprattutto, creatore delle murrine artistiche veneziane più belle che abbia mai visto. Ma oltre all’arte, è la sua presenza fisica – il volto scolpito, la barba bianca, la gestualità sicura – che mi ha evocato da subito una figura mitologica: Efesto, il dio greco del fuoco e della forgiatura.
Non ho potuto fare a meno di pensare a un ritratto. Un’immagine che non fosse solo somiglianza, ma suggestione, simbolo, narrazione.
L’idea del ritratto: il dio nel fuoco
Ci sono persone che, appena le incontri, accendono qualcosa dentro di te. Antonio è stato così per me: un amico prima di tutto, ma anche un artista straordinario, noto per essere il più importante creatore di murrine veneziane artistiche. Il suo lavoro con il vetro, con il fuoco, con strumenti che sembrano usciti da una fucina antica, ha subito evocato nella mia mente un’immagine forte, mitica: quella di Efesto, il dio greco del fuoco e della forgia.
Il suo aspetto – la barba, la struttura fisica, il modo in cui si muove nel suo laboratorio – sembravano usciti da un’altra epoca. Non era solo un’impressione estetica: c’era qualcosa di profondamente coerente tra ciò che Antonio fa e ciò che rappresenta. Così, senza esitazione, gli proposi di fare un ritratto. Gli dissi subito che l’idea era semplice ma ambiziosa: saresti circondato dal fuoco. E, se ci riusciamo, lo terrai anche in mano.
Era un’immagine che appena visto lui che lavorava in fornace, non riuscivo a togliermi dalla testa.
Abbiamo impiegato mesi per studiare come realizzare l’effetto del fuoco, come farlo interagire con lui in sicurezza, e soprattutto come illuminare la scena affinché risultasse credibile, evocativa e potente. Poi, dopo svariati tentativi di incastrare le nostre agende, è arrivato il giorno dello scatto.
Non nascondo che temevo che la fotografia potesse sembrare finta, costruita, didascalica. Invece, grazie alla naturalezza con cui Antonio è entrato nel ruolo, alla sua presenza forte e autentica, e a una luce attentamente calibrata, abbiamo ottenuto un ritratto che ancora oggi sento profondamente mio. Un’immagine che non è solo una foto: è una visione, un simbolo, una piccola epifania.
Lo schema luci: come ricreare il fuoco
Per rendere credibile e coerente l’immagine, ho costruito un set a cinque punti luce, pensato per evocare il calore e il riverbero del fuoco senza ricorrere a effetti speciali posticci.
Schema tecnico:
Fotocamera: Fujifilm X-H2
Obiettivo: Fujinon 56mm f/1.2
Set luci:
Key light con snoot posizionata frontalmente sul volto: luce dura, precisa, diretta.
Softbox sopra il soggetto e orientato verso il fondale con fiamme per illuminare lo sfondo.
Due luci laterali con calotta, filtrate da diffusori 2x1m per simulare il riverbero rosso del fuoco sui fianchi e braccia.
Striplight 30x110 cm posizionata appena fuori inquadratura, rivolta dall’alto verso il basso, per rinforzare il riflesso caldo nella zona delle mani e del petto.
La realizzazione dello scatto
Dopo settimane di preparazione, il giorno dello shooting è arrivato. Non nego che avessi qualche timore: temevo che l’immagine potesse risultare forzata o artificiale. Ma grazie alla presenza scenica di Antonio, alla cura del set e all’equilibrio delle luci, abbiamo ottenuto un ritratto potente e suggestivo, in cui la mitologia e la realtà si incontrano senza scontrarsi.
Conclusione
Questo scatto è per me molto più di un esercizio fotografico: è un omaggio a un amico, alla sua arte e a quel fuoco – creativo, simbolico, reale – che plasma vetro, forme, storie e visioni.
Antonio non è solo un artista. È, per me, un Efesto contemporaneo.