
Sebastião Salgado e il Kuwait in fiamme: la fotografia come poesia dell’inferno
Terzo episodio di questo mio personale cammino con i grandi fotografi.
Questa volta ho scelto una foto del recentemente compianto Sebastião Salgado.
Personalmente, adoro lo stile e lo spirito di questo immenso fotografo, e sono felice oggi di raccontarvi questo suo scatto.
Kuwait 1991: il deserto brucia
Siamo in Kuwait, nel 1991, quando le truppe irachene in ritirata danno fuoco ai pozzi di petrolio. Alla fine saranno circa 700 i pozzi in fiamme da spegnere, e ci vorranno quasi 10 mesi.
Per il suo lavoro Kuwait, A Desert on Fire, sceglie questa foto come copertina. Iconica, potente e per certi aspetti epica, la uso molto spesso nei miei corsi per far comprendere agli studenti come funziona il linguaggio visivo, e perché io la trovi poetica e poeticamente ben scritta — appunto, a farne un'epopea.
Questo è come lo stesso Salgado al New York Times, 25 anni dopo, parlava di quei momenti:
«Ricordo che il calore deformava gli obiettivi della mia macchina fotografica… Le mie mascelle erano stremate dalla tensione per essere esposti ore ed ore a quelle temperature. C’era rumore, c’era puzza e c’era una continua paura di una grande esplosione.»
Un’immagine iconica e di sapiente costruzione
Quando ai miei studenti chiedo di commentare questo scatto, quello che notano maggiormente è la diagonale, che taglia la foto dall’angolo in alto a sinistra, fino a scendere a quello in basso a destra… un dettaglio che, per quanto riguarda le dinamiche della foto, è pressoché trascurabile, vista la pienezza di significanti e relazioni che essa porta.
Il fuoco e la schiuma: stessa forma, stesso colore
La prima cosa che invece noto io è che i due protagonisti (o meglio co-protagonisti), per effetto del bianco e nero, hanno lo stesso colore: la schiuma chimica e il fuoco. Forse, una coincidenza, ma che subito racconta qualcosa, e cioè che quei due elementi hanno una forte relazione tra loro.
La Gestalt ce lo insegna: elementi visivi che condividono proprietà simili — come colore, forma, dimensione o orientamento — vengono percepiti come appartenenti allo stesso gruppo o struttura. Così recita il principio della somiglianza.
Relazioni e traslazione di significato: una metonimia visiva
E questa relazione è quella che poi porta tutta l’enfasi, la potenza narrativa e l’epica visiva di questa foto.
Sì, perché, se l’elemento umano è sicuramente protagonista, invece la sua posa, il fatto che sia di spalle e che in qualche maniera si stia allontanando dall’osservatore per andare verso il fuoco, lasciano la scena a questo "traslato" scontro eroico.
Traslato, perché la schiuma che protegge il pompiere acquisisce le proprietà narrative dell’umano, e ne imbraccia la missione.
La danza delle forme: capoeira in fotografia
Da osservatore, ma soprattutto da scrittore raffinato, Salgado crea così un implicito nell’esplicito, trova il modo di trasporre le proprie emozioni attraverso una costruzione visiva che trovo semplicemente geniale.
Le relazioni di forma sono tante:
la forma sinuosa e leggera del fuoco, in relazione a una forma più frastagliata, spezzettata e pesante della schiuma;
il contrapporsi del movimento verso il basso di quest’ultima, a quello verso l’alto delle fiamme, che crea una tensione dinamica che vibra in tutta la foto;
lo spazio ampio nella foto occupato dall’elemento più evanescente, controbilanciato in un equilibrio perfetto da quello minore occupato dal liquido.
Il tutto raffigurato in una specie di drammatica capoeira tra elementi, forme e forze vettoriali, una danza guerresca, eroica e pericolosa, in cui alla fine l’uomo pare quasi inerme, rassegnato, incapace di partecipare ad uno scontro che avviene al suo cospetto… scontro carico di quell’epicità e quella emotività che la foto alla fine ci trasmette nel profondo. La forma in questa foto lavora con il contenuto, creando suggestioni, significati e emozioni che amplificano e approfondiscono il senso del tutto.
Bianco e nero come scelta narrativa epica
Pur mancando la forza di coinvolgimento del rosso del fuoco, che avrebbe dato immediatezza di sentimento — come le foto di McCurry scattate nella stessa circostanza — il bianco e nero di Salgado riesce a dare carattere, potenza e grande emotività a questo racconto, con un tocco di raffinatezza intellettuale unica e travolgente, che ben rappresenta ciò che lo stesso Salgado diceva della situazione in cui si trovava:
"Il cielo era nero, faceva buio anche di giorno. A terra, catrame ovunque. Era difficile capire dov’erano le strade, in quale direzione procedere. Erano scomparse le poche tracce d’umanità nel paesaggio."
"Questi uomini (i pompieri) erano eroi del nostro tempo. Facevano un lavoro duro, difficile. Era parte del loro orgoglio, parte della loro vita, parte del loro amore. Era molto importante che le foto potessero riflettere tutto questo."
"La pressione era altissima e il petrolio usciva da ogni parte. Era un inferno."
"Non ho mai visto, né prima né dopo quel momento, un disastro innaturale così enorme."
Una notte dantesca, un racconto epico
Riferendosi alla luce e all’atmosfera:
"In tutta la mia lunga vita, non ho mai più trovato questo tipo di luce – era una notte dantesca."
Parlando specificamente di immagini come quella che hai mostrato:
"Spray chimici proteggono questo pompiere dal calore delle fiamme."